Waste not, want not

Innovazione per un futuro più pulito: partendo dagli scarti tessili derivanti dal nostro processo produttivo, la stilista Lily Hewes crea una nuova collezione . La sostenibilità non è solo un megatrend ma è un mindset.


Il tessuto di scarto può essere trasformato in qualcosa di neoterico.

La collezione di Lily Hewes parte da un marchio esistente dagli anni ’60 e rilancia una capsule collection insieme a un nuovo designer per il 2030. Far rivivere lo stile rivoluzionario di Mary Quant degli anni ’60 in coppia con il nuovo designer sudcoreano Minju Kim che unisce fantasie floreali, tagli unici e silhouette oversize.

La palette colori si ispira all’analisi retrospettiva dei colori tipici degli anni ’60, tonalità arancio brillante, blu e verde mescolate a stampe e motivi combinati per comunicare il messaggio di questa collezione.

Partendo dagli scarti dei, Lily ha ritagliato le parti utilizzabili e di maggior qualità e le ha cucite insieme per creare un tessuto con una tecnica chiamata reverse appliqué.

L’obiettivo di questa collezione è quello di aumentare la consapevolezza sull’utilizzo delle risorse che abbiamo intorno a noi per innovare e creare nuovi prodotti.

Gli scatti sono stati fatti all’interno dell’azienda tessile Brunello, il luogo dove i tessuti vengono prodotto insieme agli scarti, per catturare l’esempio tangibile completo di economia circolare. La modella Giorgia Anchora ha trasformato il mood anni ’60 degli abiti in modo divertente e sgargiante.

Il nome della collezione “waste not want not” , significa che se non usi troppo di qualcosa ora, ne hai un po’ quando ne avrai bisogno in futuro. I tessuti dovrebbero avere una nuova vita oltre la loro data di scadenza, dovremmo lavorare per creare un’economia circolare all’interno del settore della moda. Utilizziamo i nostri rifiuti a livello locale e innoviamo.

Siamo qui per dividere le opinioni. Let’s speak out against fast fashion.